Abdallah Khaled. La patria interiore

Abdallah Khaled. La patria interiore
Alberto Buffetti Arte
Grafiche Turato Edizioni
Stampa Offset

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Sedersi in un parco, con il cielo di un azzurro perfetto e trovare un angolo d’ombra, che è nostra, privata, per tutto il tempo che desideriamo. Così, alla stessa maniera, ci piacerebbe entrare in un museo o in una galleria d’arte, per vedere una mostra.
Magari non abbiamo mai pensato molto a mostre e musei, a quadri, sculture, a disegni e incisioni, ma ora potrebbe piacerci l’idea di sederci in uno di questi posti. Magari soltanto rimanere seduti a guardare un’opera esposta, da una certa distanza.
Guardare. Trascorrere tutto il giorno, o un’ora, o un minuto soltanto a fare nient’altro che guardare un quadro. Questo solo pensiero evoca già piaceri compositi. Il nostro pomeriggio clandestino in compagnia di un dipinto. E poi un altro. E poi un altro ancora, poi tutta la mostra.
Certo ci suscita invidia chi colleziona le opere d’arte: ha un privilegio; un rapporto speciale con queste: la possibilità di osservarle a lungo, di restare colpito e capire il perché.
Ma anche noi possiamo capire. Ci sono mostre e ci sono cataloghi, apposta per noi. […]

Vorremmo che i nostri cataloghi venissero avvicinati come una collina accessibile, non come una montagna che intimorisce; ed è questo che vorremmo offrire: libri che abbiano insieme il gusto del romanzo e delle guide di viaggio per un luogo che forse non conosciamo bene. Non vogliamo trasmettere una dottrina, ma solo proporre un personale accostamento di temi ed artisti diversi.
«Cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.» diceva Marco Polo al Kublai Kan.
Noi rimaniamo affascinati da questa ricerca, come crediamo saranno i lettori che avranno voglia di accostarsi a questi libri e alle mostre; affascinati dalle tappe di un percorso emozionale ed intellettuale, a cui non siamo più abituati a prestare attenzione e a dare importanza.
«La bellezza non è un bisogno, ma un’ebbrezza. Non è una bocca assetata, né una mano vuota protesa, Ma piuttosto un cuore ardente e un’anima incantata.» diceva il poeta Kahlil Gibran.

E allora mettetevi comodi, nel vostro angolo d’ombra privata. Vi auguriamo di cuore una buona mostra e una buona lettura.

Alberto Buffetti, “Storie di ordinaria meraviglia”

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